Core Web Vitals: i nuovi parametri di Google per la SEO! – Trend-online.com

Come è ben noto molto presto Google rilascerà un aggiornamento nuovo per il suo algoritmo: Page Experience, che vedrà luce a metà giugno.

Ovviamente, la modifica introdurrà nuovi parametri, che chi si occupa di SEO dovrà tenere presente se vuole continuare a mantenere una buona classifica nelle SERP.

Per questo scopo Google ha rilasciato un nuovo report per la Search Console, che tiene conto proprio dei nuovi parametri dell’algoritmo, soprattutto per quanto riguarda l’ottimizzazione delle singole pagine per la visione da dispositivo mobile.

In particolare, il perno ruota attorno ai parametri Core web vitals, cioè quanto una pagina è visivamente stabile e quanto ci mette a caricare il contenuto principale da dispositivo mobile.

Che cosa sono i Core Web Vitals (CWV)

I Core Web Vitals (CWV), consistono in tre distinte metriche che sono progettate per misurare le prestazioni del sito in base all’esperienza di navigazione degli utenti, esclusivamente da dispositivo mobile.

Fondamentalmente, i Core Web Vitals misurano il tempo necessario per completare le funzioni di script utili per disegnare i contenuti above-the-fold.  

In parole povere, questi parametri sono utili a chi si occupa di SEO perché se una pagina supera le valutazioni CWV, gli utenti hanno il 24% di probabilità in meno di abbandonare il sito mentre avviene il caricamento della pagina.  

Un approfondimento sui Core Web Vitals (CWV), nel video YouTube di Giorgio Taverniti:

Largest Contentful Paint (LCP), cioè il tempo di caricamento

La prima metrica dei Core web Vitals è il Largest Contentful Paint, cioè il tempo di caricamento del contenuto principale (LCP).

Nello specifico rappresenta i dati relativi all’esperienza di caricamento percepita e misura il punto nella sequenza temporale di caricamento della pagina, in cui l’immagine più grande o il blocco di testo della pagina è visibile all’interno della visualizzazione.

Perché un sito ottenga una buona valutazione in questa metrica il 75% dei caricamenti delle pagine deve avvenire in meno di 2,5 secondi.  

Ma che cosa causa uno scarso LCP?  Riassumendo possiamo dire che ci sono quattro problemi più comuni che causano un Largest Contentful Paint scadente:

  • Tempi di risposta del server lenti;
  • JavaScript e CSS che bloccano il rendering;
  • Tempi di caricamento delle risorse lenti;
  • Client-side Rendering.

Sfortunatamente i problemi di origine per il Largest Contentful Paint sono descritti nella migliore delle ipotesi a grandi linee dalla Console.

First Input Delay (FID): la reattività di una pagina web

La seconda metrica è First Input Delay (FID), cioè la reattività delle pagine all’input dell’utente. La FID misura il tempo che passa tra l’attimo in cui gli utenti interagiscono per la prima volta con una pagina web e il momento in cui il browser è effettivamente in grado di iniziare a elaborare gli eventi in risposta a tale interazione.

Una buona valutazione in questa metrica di ottiene quando in almeno il 75% delle pagine il processo avviene in meno di 100 millisecondi. 

Uno dei problemi frequenti che causano uno scarso valore per questa metrica potrebbe essere la difficoltà a caricare tanti script di terze parti. Perché questi codici di terze parti mettono le prestazioni del sito dietro le loro.

Cumulative Layout Shift (CLS), ovvero la stabilità visiva

Infine l’ultimo parametro è il Cumulative Layout Shift (CLS), cioè lo spostamento del layout della pagina.

Questa metrica esegue un calcolo basato sul numero di fotogrammi in cui gli elementi si spostano visivamente e misura anche la distanza totale in pixel di questi spostamenti. 

Per calcolare il punteggio di spostamento del layout, il browser esamina le dimensioni della finestra e il movimento degli elementi instabili nella finestra. Il punteggio di spostamento del layout è il prodotto di due misure di quel movimento: la frazione di impatto e la frazione di distanza.

È infatti l’unica delle metriche che non si basa sul tempo, ma su calcoli ripetuti. Per passare al test del CLS il totale uscito dal calcolo deve essere inferiore a 0,10.

Gli elementi caricati nella visualizzazione iniziale, diventano parte del calcolo della metrica. Nel caso una pagina carichi il piè di pagina prima del contenuto principale e questo appaia nella visualizzazione, il piè di pagina farà parte del punteggio CLS e questo è uno dei casi in cui la valutazione sarà bassa.

Anche gli avvisi sui cookie possono causare un basso punteggio CLS. Altre cause frequenti sono:

  •  Immagini senza dimensioni.
  •  Annunci, incorporamenti e frame senza dimensioni.
  •  Contenuto dinamico.
  •  Caratteri Web.

Ad ogni modo, la stabilità visiva è realmente compromessa quando gli elementi esistenti cambiano la loro posizione iniziale. Se invece viene introdotto un nuovo elemento o un elemento già esistente modifica le sue dimensioni, non viene rilevato da Google come un elemento di instabilità del layout, a patto però che la modifica non provochi il cambio di posizione di altri elementi nella pagina.

Core Web Vitals in perenne aggiornamento da Google

Google ha comunicato che intende aggiornare i componenti di Page Experience su base annuale. 

Si tenga conto che i Core web vitals rappresentano già adesso il 55% del punteggio Lighthouse v7. Attualmente, Largest Contentful Paint (LCP) e First Input Delay (FID) sono ponderati ciascuno al 25%. La stabilità visiva (CLS) è al 5%.

Chi non ha ancora ottimizzato il proprio sito per i Core web Vitals, ha tempo fino a giugno quando sarà rilasciato l’aggiornamento dell’algoritmo Google, che valuterà le pagine sulla base di questi parametri.

In precedenza, il lancio era previsto per metà maggio, ma Google lo ha posticipato e l’aggiornamento inizierà a metà giugno, per essere rilasciato gradualmente fino alla fine di agosto 2021.  

Tuttavia, ciò non significa che le best practice SEO consolidate debbano essere messe da parte. La ricerca per parole chiave, l’analisi a livello di pagina, il monitoraggio del ranking e l’acquisizione di backlink sono ancora di importanza critica, anche se l’ambiente continua a cambiare.

Secondo un’analisi dei dati di SimilarWeb di Growth Badger, l’ottimizzazione dei motori di ricerca rimane il cardine del marketing digitale, con la ricerca che guida in media circa il 50% del traffico del sito web. Il blog di punta medio, ha rilevato la società, riceve il 66,47% del traffico dalla ricerca, di cui il 99,77% è organico e solo lo 0,23% viene pagato.

Ma la pratica della SEO è diventata più complessa e comporta più considerazioni di quante ne facessero i SEO expert qualche anno fa. Oggi, la SEO include tutto, dal marketing dei contenuti, alla distribuzione all’esperienza utente. Anche il compito principale di raccogliere e interpretare l’intelligence di ricerca è diventato più impegnativo, poiché i motori di ricerca cambiano continuamente la visualizzazione dei risultati e li trasferiscono su altri media.

Collaboratrice di Redazione, classe 1984.
Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull’opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.
Il mio motto è? “Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life”.



from WordPress https://ift.tt/3vFRnhw
via IFTTT

Posta un commento

0 Commenti