
Non è un segreto che i link, ovvero collegamenti tra contenuti digitali, sono molto importanti ai fini SEO.
È una certezza per i link esterni, ovvero i backlink, perché a seconda della landing page a cui rimandano possono trasferire prestigio alla pagina in cui sono inseriti.
E per quanto riguarda i link interni? Partendo dalle basi definiamo il concetto di link interno, spiega bewesrl.com:
“… si tratta di un collegamento che, partendo da una pagina interna a un certo dominio, è indirizzato a una pagina diversa e interna al medesimo dominio.”
Per cui si tratta di collegamenti all’interno dello stesso sito internet e, pertanto, completamente controllabili da parte del gestore della pagina.
Questo aspetto potrebbe indurre a pensare che la SEO ignori o penalizzi questa tipologia di link perché facilmente manipolabili. In realtà sono altrettanto importanti in ottica di strategia di link building.
Cosa sono i link interni?
Capire la natura dei link interni non è cosa difficile. Come già anticipato sono dei semplici collegamenti che legano tra di loro due contenuti digitali presenti sullo stesso dominio.
È importante che siano di dofollow e che quindi invitino i motori di ricerca a seguire il link per ottimizzare la valorizzazione dei contenuti digitali coinvolti.
Nel dettaglio, il codice HTML classico di un link interno si presenta così:
<a href=”<a href="https://ift.tt/3dI3W5nhttps://www.trend-online.com/tecnologia/dofollow-nofollow-link-cosa-sono/” target=”_blank”>dofollow e nofollow</a>
In cui, le parti evidenziate, rappresentano rispettivamente il link interno e l’anchor text. È immediatamente visibile che non è presente l’attributo nofollow.
I link interni aiutano Google
Google, per venire a conoscenza dei contenuti digitali presenti sul web, utilizza i così detti crawler. Essi sono dei software che scandagliano la rete e indicizzano tutti i contenuti digitali che trovano. Spiega factorycommunication.it:
“Crawler: software o script automatico che ispeziona in modo sistematico le parole chiave, il tipo di contenuto e i collegamenti di un sito web, restituendo le informazioni ai motori di ricerca.”
Ecco che i link, interni o esterni che siano, sono elementi fondamentali per permettere ai motori di ricerca di passare da un contenuto all’altro e scandagliare il web.
Anche all’interno dello stesso sito, quindi, è importante creare una rete di link strutturata e coerente al fine di permettere ai crawler di visitarlo appieno.
Come un qualsiasi visitatore, anche Google, tramite i suoi Googlebot, deve poter accedere a tutti i contenuti digitali pubblicati su un sito internet al fine di indicizzarlo al meglio. Ciò può avvenire tramite i link esterni ma è più facile ottenere questo obiettivo tramite i link interni.
Conferma blog.rankingcoach.com:
“Un visitatore dovrebbe essere in grado di trovare qualsiasi altra pagina all’interno del tuo sito con tre clic dalla homepage, e così dovrebbe fare anche il Googlebot.”
I link interni aiutano i naviganti
Il concetto alla base dell’inserimento di un link consiste nel proporre un contenuto digitale esterno ma coerente. Si trovi esso sempre all’interno dello stesso sito internet o addirittura in un sito internet terzo, differenziamo appunto link interno o esterno.
Secondo quanto appena detto, l’obiettivo di un collegamento è quello di andare ad approfondire l’argomento, ovvero segnalare risorse preziose ai naviganti.
Questo aiuta sicuramente a fornire maggiore completezza al lettore che approda sul contenuto digitale ma anche ad aumentare la sua permanenza sul sito e migliorare la frequenza di rimbalzo. Quest’ultima, spiega valentinomea.it:
“La Frequenza di Rimbalzo in Google Analytics è una metrica che rappresenta la percentuale di sessioni di una sola pagina in cui non ci sono state interazioni con la pagina stessa.”
In questo caso, quindi, l’inserimento di link interni, seppur generi un’uscita dalla pagina, tale interazione è positiva perché porterà all’apertura di un’altra pagina sempre all’interno del sito.
Si guida l’utente verso altri contenuti coerenti, lo si aiuta nella navigazione sul sito e lo si mantiene per più tempo sul proprio dominio.
Vantaggi dei link interni
I vantaggi nell’implementare una strategia di link building che preveda l’utilizzo di link interni sono molteplici anche se forse non così intuitivi.
Innanzitutto, il vantaggio principale consiste nella possibilità di personalizzare e gestire in toto la creazione e il posizionamento dei link interni. Questo perché si ha un controllo totale su di essi agendo all’interno del proprio sito.
Questo grande vantaggio deve essere sfruttato al massimo.
Per esempio, i link interni possono essere utilizzati per massimizzare l’attrattiva dei contenuti digitali presenti sul sito. Ovvero, attraverso gli anchor text, la grafica e l’impaginazione è possibile incendiare il navigante a visitare il proprio sito attraverso i link interni.
Inoltre, a livello di SEO, i link interni sono da tenere in considerazione al fine di migliorare la valutazione dei motori di ricerca nei confronti del proprio sito. Questo perché, oltre alla questione dei crawler, Google percepisce una certa coesione e reciprocità tra i contenuti digitali. Ovvero un maggior valore.
Ancora, i link interni sono perfetti per convogliare l’utente verso una determinata pagina web. In tal senso, una strategia di link building può essere fondamentale per canalizzare i visitatori verso un determinato contenuto digitale che si desidera venga consultato.
5 strategie SEO per i link interni
Nonostante una strategia di link interni portino ad un concreto vantaggio in termini SEO, essa deve essere studiata appositamente e deve rispettare alcune regole.
Infatti, utilizzare i link interni in maniera errata o non ottimizzata può vanificare gli effetti o addirittura influire negativamente sulla SEO.
Ecco alcune cose a cui prestare particolare attenzione secondo blog.rankingcoach.com:
- Anchor text: testo di facciata al link, influenza anch’esso il valore del collegamento. Importante la coerenza e la rilevanza dell’anchor text rispetto alla pagina di destinazione. Meglio ancora se si stratta di keyword o long tail keyword;
- Credit: tramite l’utilizzo di link interni è possibile incentivare la visualizzazione di una determinata pagina che, per un motivo o per l’altro, si vuole promuovere. In questo caso, inserire un link interno che conduca verso il contenuto digitale desiderato può essere una strategia per indirizzare gli utenti verso di esso;
- Posizionamento: i link interni non devono essere posizionati in maniera incongruente in ogni spazio testuale del sito internet. Devono essere collocati con criterio e, soprattutto, oltre nelle zone di intestazione, anche all’interno del testo vero e proprio di un contenuto digitale;
- Site map: uno degli obiettivi dei link interni è proprio quello di andare a costruire la mappa del sito, ovvero fornire a Google e agli utenti una chiara strutturazione del sito che permetta di raggiugnere tutti i contenuti digitali presenti, organizzati con logica e coerenza;
- Visibilità: è importante evidenziare e rendere palese l’esistenza di un link interno. Solitamente, la formattazione classica, prevede sottolineatura e colore blu. Questo permette agli utenti di accorgersi che è possibile approfondire l’argomento cliccando l’anchor text.
5 errori da non fare con i link interni
I link interni, quindi, sono importanti almeno quanto quelli esterni in una strategia di link building.
Come tutto ciò che riguarda la SEO, ci sono errori che possono compromettere pesantemente il raggiungimento delle prime posizioni della SERP.
Ecco quelli da non fare per quanto riguarda i link interni secondo seozoom.it:
- Anchor text: evitare assolutamente di sorvolare sul testo che rappresenta i link all’utente. Usare parole poco coerenti vanifica il vantaggio dei link interni sia nei confronti dei motori di ricerca che nei confronti dei naviganti. Deve essere chiara la keyword della pagina di destinazione;
- Contenuto: fondamentale inserire i link interni dentro al testo del contenuto digitale pubblicato. L’integrazione di un collegamento all’interno del copy fornisce un valore aggiunto all’utente e pertanto è un buon segnale anche per i motori di ricerca;
- Pagine orfane: ovvero un contenuto digitale non ha link in entrata. Rischiano di essere poco reperibili e, pertanto, di non essere indicizzate dai motori di ricerca. Pertanto è fondamentale collegarla almeno tramite un link interno al sito di appartenenza;
- Nofollow: evitare assolutamente di contrassegnare il link interno con un tag nofollow. Questo attributo segnala ai motori di ricerca di non seguire il collegamento e, all’interno dello stesso sito, è una pratica inutile se non dannosa;
- Link: due cose molto importanti da evitare nell’inserimento di un link interno. Innanzitutto non segnalare la presenza del link, il lettore non può capire che è offerto un approfondimento. Inoltre è importante risolvere tutte le criticità dovute ai link interrotti a causa, per esempio, dell’eliminazione di una pagina perché, per Google è sintomo di bassa qualità del sito.
Articolista freelance, classe 1993.
Ho conseguito la laurea triennale in Economia e Commercio presso l’Università Bicocca di Milano e la specialistica in Media Management ed organizzazione di eventi, presso l’Università Cattolica di Milano. Da sempre sono appassionata di lettura e scrittura. Dopo anni di lavoro redazionale in ambito universitario, ho messo in campo le competenze di marketing e comunicazione acquisite durante il percorso di studi per diventare articolista. Oltre al mio impiego fisso in campo amministrativo, mi occupo anche di scrittura e copywriting.
Il mio motto è? “Tutti sanno scrivere, ma riuscire a comunicare è la vera sfida”.
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